
Marte era costellato di laghi generati dall’ambiente mite e umido che il pianeta rosso avrebbe avuto in passato. Ora diventa più facile indirizzare la ‘caccia’ alle tracce di vita passata che si potrebbe concentrare negli antichi letti dei laghi. A indicare l’esistenza di numerosi specchi d’acqua durante la ‘giovinezza’ del pianeta rosso sono i dati del robot laboratorio della Nasa Curiosity, che dall’agosto 2012 sta esplorando il grande cratere Gale. Questo gigantesco cratere è stato occupato per milioni di anni da un grande lago e il Monte Sharp, che si trova al suo centro, potrebbe essersi formato dai sedimenti del lago.
E’ una scoperta importante sia in vista delle missioni umane sul pianeta, sia di altre missioni che puntano a scoprire indizi di vita passata. ”Le scoperte sull’evoluzione dell’ambiente di Marte contribuiranno ad orientare le future missioni a caccia di segni di vita marziana”, ha osservato Michael Meyer, del programma per l’esplorazione di Marte della Nasa. Alto ben cinque chilometri, il monte Sharp è molto stratificato: i fianchi alla sua base sono formati da centinaia di strati di rocce. Perché questa montagna così stratificata si trovi in un cratere è stato finora difficile da spiegare.
Esplorando gli strati più bassi, a circa 150 metri dal suolo, Curiosity ha scoperto che negli strati di roccia si alternano depositi di sedimenti diversi. Secondo gli esperti i sedimenti sarebbero di tre tipi: detriti presenti nel lago, sabbia e limo portati dai fiumi che affluivano nel lago e materiali trasportati dal vento. Dopo che il cratere si è riempito fino ad un’altezza di almeno qualche centinaio di metri e i sedimenti si sono induriti diventando rocce, gli strati accumulati sono stati scolpiti nel tempo dall’erosione del vento. L’alternanza fra gli strati, secondo gli esperti, testimonia che il lago si è riempito ed evaporato più volte e che era più grande di quanto immaginato finora. Il lago inoltre sarebbe esistito più a lungo di quanto pensato e a riempirlo periodicamente potrebbe essere stata anche la neve che si scioglieva ai bordi del cratere.
Tutti i dati finora raccolti, sottolinea la Nasa, suggeriscono che Marte possa avere avuto in passato un clima mite e umido per un periodo molto lungo, tanto da poter garantire l’esistenza di laghi in molte regioni. ”La nostra ipotesi – sottolinea Ashwin Vasavada, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa – contesta l’idea che le condizioni calde e umide siano state transitorie, locali, o solo sotterranee su Marte”.
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Foto dall’Archivio di Panorama