«Il Consiglio direttivo rimane unanime nel suo impegno a ricorrere a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato». È quanto si legge nel bollettino mensile della Bce, in cui si sottolinea come nei prossimi mesi le misure straordinarie adottate dal consiglio direttivo nelle ultime riunioni, inclusi gli acquisti di covered bond e abs, «allenteranno ancora l’orientamento della politica monetaria in modo più ampio, sosterranno le indicazioni prospettiche del Consiglio direttivo sui tassi di interesse di riferimento della Bce e rafforzeranno il fatto che vi sono differenze, significative e crescenti, tra le principali economie avanzate in termini di ciclo di politica monetaria».
Nel rapporto si osserva inoltre che «le ultime proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro indicano un calo dell’inflazione, accompagnato da un indebolimento della crescita del Pil in termini reali e da una dinamica monetaria contenuta». «In questo contesto – si sottolinea – agli inizi del prossimo anno il Consiglio direttivo riesaminerà lo stimolo monetario conseguito, l’espansione del bilancio e le prospettive sull’andamento dei prezzi. Valuterà inoltre l’impatto più ampio esercitato dalla recente evoluzione delle quotazioni petrolifere sulle dinamiche dell’inflazione a medio termine nell’area dell’euro. Qualora si rendesse ancora necessario far fronte a rischi connessi con un periodo di bassa inflazione eccessivamente prolungato, il Consiglio direttivo rimane unanime nel suo impegno a ricorrere a ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato».
Norvegia, Banca centrale abbassa a sorpresa i tassi di 0,25%
Mossa a sorpresa intanto della Banca centrale norvegese che ha abbassato il tasso di riferimento di 0,25 punti all’1,25%, citando il deterioramento delle prospettive economiche a causa della caduta dei prezzi del petrolio. Il tasso era fermo all’1,50% da marzo 2012. Secondo le proiezioni attuali della Banca di Norvegia, ha detto il governatore Oeystein Olsen, il tasso di riferimento potra’ rimanere al 1,25%, o abbassarsi un po’, fino alla fine del 2016.