CENSIS: IL 60% DEGLI ITALIANI TEME DI DIVENTARE POVERO

CENSIS

Quando l’economia non gira, anzi è stato di recessione ed i prezzi non crescono come dovrebbero dando vita ad uno stato deflattivo, come ora, con una disoccupazione a livelli insostenibili, è normale che molti temano di scivolare nella povertà. Storicamente questo fenomeno si è verificato sempre in momenti di grande crisi e depressione (come nel caso appunto della Grande Depressione del ’29), tanto che anche persone oggettivamente non povere, per paura di poterlo diventare, hanno incominciato ove possibile ad accumulare qualche risparmio (in termini anche e non solo di depositi bancari e postali)  ed a contrarre spese e consumi.

In Italia oltre il 60% delle persone oggi teme di finire in povertà. E’ quanto emerge dal 48esimo rapporto del Censis sulla situazione del Paese, presentato oggi. Per il 47% degli italiani la crisi è ormai alle spalle (il 12% in più rispetto allo scorso anno), ma quel che domina al momento nel Paese, spiega il Centro studi e investimenti sociali, è l’incertezza. In Italia persiste “una vulnerabilità diffusa” tanto che ben oltre la metà della popolazione ritiene che sia possibile finire da un momento all’altro sul lastrico, si tratta di una fetta di persone che dal 60% passa al 64% tra i 45-64enni e al 67% tra gli operai.

Tale precarietà la conferma anche il tasso di natalità, che continua a decrescere: in Italia si fanno sempre meno figli e per 8 persone su 10 la colpa è delle ristrettezze economiche dovute alla crisi. L’incertezza economica si riflette anche sulla gestione del denaro da parte delle famiglie. Il 44,6% destina il proprio risparmio alla copertura di possibili imprevisti, come la perdita del lavoro o la malattia, il 36,1% lo finalizza a “sentirsi con le spalle coperte”.

Ma la parola d’ordine resta per tutti tenere i soldi vicini e disponibili per qualunque evenienza. Per la prima volta nella loro vita, negli ultimi 12 mesi, 6,5 milioni di persone hanno dovuto integrare il reddito familiare mensile con prestiti, anticipi di conto corrente o in altro modo magari per affrontare una spesa imprevista.

Ma vediamo quale è la reale situazione in Italia in tema di povertà, come fotografata dall’Istat. In Italia i poveri sono oltre 6 milioni. E’ quanto emerge nell’ultimo report dell’Istat che classifica circa il 10% della popolazione come poveri assoluti, ovvero coloro che “non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa”. Se al conteggio si uniscono le persone che vivono in condizioni di povertà relativa, si arriva al 16,6% della popolazione, ovvero circa 10 milioni e 48 mila italiani.

L’Istituto di statistica conferma i dati di Caritas, che aveva già  lanciato il suo grido d’allarme in merito al deterioramento della situazione complessiva nel centro nord, nelle famiglie con due figli e tra gli under 35. Secondo l’organismo della Cei gli 80 euro di Renzi hanno avuto effetti ridotti, mentre gli aiuti dei Comuni sono diminuiti del 6%. La proposta è quindi dare a tutti un reddito d’inclusione sociale.

Sempre secondo l’Istat, tra il 2012 e il 2013 l’incidenza di povertà relativa tra le famiglie è rimasta stabile, fermandosi attorno al 12,7%. Peccato che l’incidenza di povertà assoluta sia aumentata, soprattutto al Sud. Nel Mezzogiorno, infatti, sono diventate povere 725 mila persone in più, passato da 2,3 milioni  a più di 3 milioni.Peggiora la condizione delle famiglie con quattro (dal 18,1 al 21,7%) e cinque o più componenti (dal 30,2 al 34,6%), in particolare quella delle coppie con due figli (dal 17,4 al 20,4%), soprattutto se minori (dal 20,1 al 23,1%). Situazione di crollo anche per l’oltre un milione di minorenni incapaci di “avere una vita dignitosa” e per i quasi 900mila gli anziani, soprattutto se vivono in coppia.

Per non parlare ovviamente della situazione dei tanti disoccupati e delle rispettive famiglie.

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