BRUXELLES – L’inquinamento dell’aria, provocato soprattutto dagli impianti a carbone, è costato fino a 189 miliardi di euro nel 2012, pari al Pil della Finlandia. Lo ha reso noto l’Agenzia europea per l’ambiente in un rapporto diffuso oggi.
L’agenzia fornisce ricerche per guidare i legislatori Ue, che stanno riconsiderando le proposte per dare una nuova stretta alle leggi sulla qualità dell’aria.
Lo studio analizza l’impatto dell’inquimento dell’aria sui costi per la salute, i giorni di lavoro persi, i danni agli edifici, la riduzione dei campi agricoli e altri costi, definendo il costo ad almeno 59 miliardi di euro e fino a 189 miliardi nel 2012.
Delle 30 più grosse strutture identificate come maggiori inquinanti, 26 sono impianti di produzione di energia, la maggior parte alimentati a carbone, in Germania e Europa dell’Est.
Ovviamente non va esente neppure l’Italia da tali responsabilità, visto che per esempio nei pressi di Brindisi è in esercizio ormai da più di venti anni la centrale a carbone Enel “Federico II” a Cerano, a sud del capoluogo messapico. La centrale, interamente alimentata a carbone, ha una capacità totale di 2640 W installati. In un rapporto del 2007, redatto del WWF, l’impianto è stato classificato al venticinquesimo posto tra le trenta centrali in Europa in termini di emissioni di CO2.[1] Un altro rapporto del 2011, dell’Agenzia europea dell’ambiente (“Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe”, 2011), la classifica al diciottesimo posto in Europa (e al primo in Italia) in termini di emissioni relative di anidride carbonica.