Lo scorso 11 ottobre è stato il giorno della protesta internazionale contro il TTIP, il TISA e il CETA, cioè quei trattati transatlantici di liberalizzazione spinta del commercio e degli investimenti in via di discussione tra Stati Uniti e Unione Europea, trattati che rappresentano un vero e proprio salto di qualità nella volontà delle classi dominanti statunitensi ed europee di spazzare via tutti gli ostacoli, reali e potenziali, alla massima valorizzazione del capitale e alla ricerca del profitto.
Basti citare una delle disposizioni più odiose di questi Trattati, laddove si stipula che le controversie tra Stati e imprese (multinazionali) siano risolte non più in tribunali ordinari ma in tribunali arbitrali, cioè enti di diritto privato in cui il peso dei rapporti di forza non potrebbe che pesare a favore delle grandi corporations.
In sostanza uno Stato si troverebbe nella grandissima difficoltà di non poter legiferare a favore della preservazione dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori e lavoratrici, per la protezione della privacy dei cittadini e delle cittadine, o ancora per la salvaguardia della salute pubblica in relazione all’introduzione di prodotti alimentari che non rispettino elevati standard di sicurezza, solo per citare alcuni esempi, nel timore di incorrere in cause miliardarie nelle quali le grandi aziende potrebbero trascinare gli Stati con la motivazione della perdita di profitti futuri stimati a causa della legislazione ostile (inclusa in quelle che nei trattati vengono eufemisticamente definite “barriere non tariffarie”, per distinguerle dai più comuni dazi doganali).
Che i negoziati in corso tra USA e UE siano stati secretati per lungo tempo per non ingenerare ostilità nella cittadinanza europea è un fatto, come è un fatto che qualcosa comincia però a muoversi nel panorama continentale, così come, in forme e ritmi diversi, negli Stati Uniti, man mano che i contenuti dei trattati vengono resi noti, soprattutto per merito dei movimenti che ad essi si oppongono in tutta Europa.
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A Napoli, in quella giornata, il Comitato NO TTIP ha inaugurato le sue attività con una diffusione di volantini contro il TTIP/TISA/CETA al corteo di studenti e insegnanti del 10 Ottobre scorso, e con la sua presenza a un convegno organizzato dall’Università Suor Orsola Benincasa l’11 Ottobre (giornata europea di mobilitazione contro il TTIP/TISA/CETA) in cui era ospite José Manuel Barroso, attuale presidente della Commissione Europea.
In particolare due compagni del comitato sono riusciti a introdursi nella sala del convegno e a srotolare lo striscione contro il TTIP, prima di venire allontanati dalla polizia nel frattempo accorsa.
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Al tempo stesso altri compagni proseguivano nel volantinaggio all’Università e, successivamente, al centro città, riscuotendo un notevole interesse verso la compagna e riuscendo a stabilire contatti e ulteriori relazioni. Un buon inizio per una campagna che si annuncia estremamente difficile, ma non di meno necessaria.