LE BANCHE PUBBLICANO LE SEMESTRALI. CRESCITA DELLE SOFFERENZE IN CALO A GIUGNO.

carlo messina

Tanto tuonò che piovve. La pubblicazione delle semestrali delle principali banche e gruppi bancari italiani ha condizionato fortemente l’andamento di Piazza Affari di venerdì 8 agosto.  Il comparto ha suonato a note diverse ed alterne, a seconda delle notizie provenienti dai vari conti economici.

Credit Suisse non si aspettava sorprese dalle semestrali delle banche italiane. Il broker elvetico ribadiva la sua preferenza per Intesa SanPaolo (outperform con target a 2,90 euro) in scia “all’elevata profittabilità e ai livelli patrimoniali che permetteranno alla banca di rispettare gli annunci sul dividendo”; più cauta invece su Unicredit (neutral con target a 6,60 euro) in attesa “di maggiore visibilità sull’esposizione internazionale della banca”. Ed Intesa Sanpaolo, in effetti, non ha tradito le attese, dichiarando un utile netto del primo semestre pari a quasi 1,2 miliardi ed un significativo miglioramento della redditività ed elevata patrimonializzazione. Il Common Equity Ratio è dichiarato al 12,9%, con capitale in eccesso di circa 10 miliardi rispetto a quanto richiesto da Basilea III. Pertanto, la banca dovrebbe rispettare i requisiti richiesti per superare i test sulla qualità del credito e sull’adeguatezza del patrimonio, ritornando anche alla distribuzione del dividendo. Il titolo di Intesa Sanpaolo venerdì scorso ha chiuso con +1,04% a 2,128 euro.

Conti semestrali in miglioramento anche per Unicredit, che tra aprile e giugno conferma le tendenze del primo trimestre 2014. Più commissioni, un margine di interesse in crescita (grazie soprattutto al rincaro dei servizi) e il calo dei crediti deteriorati lordi e dei relativi accantonamenti, portano a 403 milioni di euro l’utile netto del secondo trimestre d’esercizio, e a 1,1 miliardi la provvista del semestre (+37,8%).  Anche il patrimonio migliora “significativamente”, fa sapere Unicredit. Il coefficiente di capitale regolamentare Cet1 (tenuto conto di tutti gli effetti di Basilea3) sale a giugno al 10,4% (dal 9,5% del primo trimestre), e al 10,8% nel regime di transizione regolamentare, grazie alla riduzione delle attività ponderate per il rischio (+42 punti base sul patrimonio), agli utili capitalizzati (+6 punti base), al dividendo in natura (+9 punti base), ma anche per l’incremento della riserva di attività finanziarie disponibili per la vendita e oscillazione cambi (+18 punti base).

Il tonfo registrato in borsa da Mps venerdì scorso (- 8,30% a 1,049 euro) è dovuto alla pubblicazione dei conti:  tra aprile e giugno la perdita di Mps si è attestata a 179 milioni di euro, peggiore delle attese degli analisti che si aspettavano un rosso di 71,5 milioni. Nel primo semestre la perdita ha raggiunto i 353 milioni di euro. A pesare soprattutto le rettifiche sui crediti salite da 476 milioni di euro a 731 milioni tra il primo e secondo trimestre. Al peggioramento dal lato perdite fa da contraltare però un miglior assetto patrimoniale, superiore a quello dei principali competitor, che dichiarano utili e annunciano erogazione dividendi. Infatti, il CET1 ratio phased-in al 13,5%, in linea con le best practice; CET1 fully phased al 12%; Buffer di capitale stimato tra 6,5 miliardi di euro e 4,5 miliardi di euro in vista del Comprehensive Assessment.  Rimborsati 10 miliardi di LTRO a Bce da inizio anno;  Ripresa della Raccolta Complessiva: +1,6 t/t. Sostanzialmente completato il processo di riequilibrio patrimoniale / finanziario e di de-risking della Banca

Sul risultato incide anche il rimborso di 3 miliardi su 4 di Monti Bond e di 195 milioni di interessi. La Banca ha annunciato inoltre  la sottoscrizione dell’accordo sindacale per l’uscita di 1334 risorse entro il 31/12/2014 attraverso l’attivazione del Fondo di Solidarietà, con ulteriori risparmi nella gestione aziendale.

Le banche minori

Dopo la debacle di giovedì gran rimbalzo per la Popolare dell’Emilia Romagna che ha registrato un balzo dell’11,05% a 5,625 euro. I conti hanno sostenuto le brillanti performance di Popolare di Milano (+6,60% a 0,565 euro) e Ubi Banca (+3% a 5,665 euro). Ben comprate anche Banco Popolare (+1,71% a 10,07 euro),  e Mediobanca (+1,77% a 6,02 euro).

Sofferenze bancarie a giugno.

A giugno il trend di crescita delle sofferenze delle banche italiane ha registrato un nuovo rallentamento.

Secondo le statistiche mensili a cura di Bankitalia, il tasso di crescita sui dodici mesi è infatti sceso a 20,9% da 21,7% di maggio.

Continuano a scendere i prestiti al settore privato, ma a un ritmo più contenuto: a giugno hanno registrato una contrazione del 2,3% su anno, dal -3,2% di maggio. Nel dettaglio, i prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,8% sui dodici mesi (-1% a maggio), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 3,1% (-4,7% a maggio).

Sul fronte della raccolta bancaria, a giugno il tasso di crescita sui 12 mesi dei depositi del settore privato è stato pari al 2,4% dal 2,7% di maggio. La raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita su base annua del 12,1% a giugno dal -10,8% di maggio.

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