Come noto la Bce ha varato, lo scorso 5 giugno, una serie di misure di politica economica e monetaria finalizzate a far crescere la quantità di danaro (liquidità) a disposizione dell’economia europea. Non lo farà, almeno per il momento, attraverso un ulteriore acquisto sul mercato secondario di titoli governativi in pancia soprattutto alle banche dell’area Ue (quantitative easing), ma doterà soprattutto gli enti creditizi di maggiori risorse per finanziare famiglie ed imprese.
Secondo gli esperti, la manovra di Draghi ed Eurotower avrà nei prossimi mesi un primo impatto di circa 700 miliardi di euro. Le banche commerciali italiane e spagnole, per esempio, potranno finanziarsi al tasso dello 0,35% presso Bce concedendo prestiti a cinque anni alle imprese che oggi pagano un tasso del 5%. Lo spread applicato in più rispetto al costo del danaro acquistato dalle banche dovrebbe scendere, in funzione delle condizioni di favore che Francoforte concederà alle banche dell’area Ue. Anche le famiglie dovrebbero beneficiari di un fiume di denaro, con esclusione dei mutui, che pure sono in crescita nei primi quattro mesi del 2014. E i mutui crescono anche perché si è ridotto fortemente l’utile generato dai Btp. Ciò dovrebbe, anche e soprattutto in conseguenza dei finanziamenti Bce, far tornare le banche del Vecchio Continente a far credito, forse come una volta.
La banca centrale ha probabilmente evitato una riedizione del quantitative easing in quanto continue immissioni di liquidità sul mercato in cambio di titoli governativi rischia di alimentare in concreto bolle speculative. Questo è il rischio, per esempio, che sta correndo il mercato statunitense. Per l’ultima manovra si parla di quantitative easing all’europea, visto che la Bce acquisterà o prenderà in garanzia del denaro prestato al sistema bancario portafogli di crediti in bonis e crediti cartolarizzati semplici, sempre emessi a fronte di crediti di elevato standing concessi alle imprese. C ‘è chi teme che la Bce diventi la bad bank del sistema bancario Uem, liberando i bilanci delle banche di crediti deteriorati ed altro (cfr. MACROECONOMIA ed ORO: ecco la nuova “bad bank”, è la BCE http://intermarketandmore.finanza.com/macroeconomia-ed-oro-ecco-la-nuova-bad-bank-e-la-bce-63330.html). Tutto ciò sembra alquanto difficile che si verifichi, visto che le previsioni di Francoforte escludono crediti deteriorati. Comunque, ai posteri l’ardua sentenza!