BANKITALIA: PER IL 2015 SERVE UNA MANOVRA DA ALMENO 15 MILIARDI.

 

Pier_Carlo_Padoan_2013

Il governo deve raccogliere oltre 14 miliardi se vuole rispettare l’obiettivo di deficit del 2015 e rendere strutturale il taglio dell’Irpef. La stima è della Banca d’Italia e non tiene conto del ‘quadro esigenziale’, le spese non previste a legislazione vigente ma di fatto irrinunciabili.

Ridurre il deficit dal 2% tendenziale all’1,8% del Pil nel 2015 richiede “risorse per almeno 7 miliardi”, si legge nella relazione annuale della Banca d’Italia. L’analisi si basa sul Documento di economia e finanza (Def), che prevede una correzione pari a 0,3 punti percentuali del prodotto nel 2015 (0,6 dal 2016).

La dinamica tendenziale del deficit, ricorda Bankitalia, include interventi di aumento delle entrate o di tagli alla spesa per 3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 miliardi dal 2017.

Si tratta della manovra correttiva che Matteo Renzi eredita dal precedente governo di Enrico Letta. Renzi dovrà indicare da dove arriveranno queste risorse in un decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), da adottare entro il 15 gennaio 2015.

“Il Governo si è inoltre impegnato a rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale introdotta per il 2014 con il decreto di aprile; a questo scopo sono necessari ulteriori 7,3 miliardi”, prosegue Bankitalia. Confermare il bonus di 80 euro richiede dal 2015 10 miliardi annui.  il decreto sul taglio dell’Irpef accantona in un apposito fondo 2,7 miliardi.

Già così la manovra ammonta quindi ad almeno 14,3 miliardi.

Da notare che Bankitalia non cita nelle sue elaborazioni un’altra scadenza a cui Renzi deve far fronte. La legge di Stabilità prevede che “entro il 31 luglio del 2014” siano definiti tagli alla spesa per quasi 500 milioni nel 2014, 1,4 miliardi nel 2015 e 1,9 dal 2016.

L’obiettivo del governo è trovare le risorse con la spending review, i tagli mirati alla spesa pubblica.Il Def stima che per il 2015 l’ammontare massimo di risparmi conseguibili sia pari a 17 miliardi. Bankitalia sottolinea che il decreto Irpef ha già definito 2,8 miliardi di tagli.

Fin qui l’analisi si ferma ad obiettivi ufficiali del governo e agli oneri previsti dalle leggi in vigore.

Bankitalia ricorda, però, che il governo potrebbe considerare “irrinunciabili alcuni dei maggiori esborsi individuati dal Def nello scenario tendenziale a politiche invariate”. L’elenco delle spese da rifinanziare è lungo e comprende le missioni militari all’estero, gli ammortizzatori sociali, il cinque per mille, i sussidi all’autotrasporto, la manutenzione di strade e ferrovie. Il Def calcola che a politiche invariate manchino all’appello 750 milioni nel 2014, 6 miliardi nel 2015, 9 nel 2016 e 10,6 nel 2017.

Sommando i 14,3 miliardi di Bankitalia, gli 1,4 miliardi impegnati dalla legge di Stabilità e tutte le spese non incluse a legislazione vigente, la manovra del 2015 sfiora i 22 miliardi.

In questo scenario, i 17 miliardi della spending review sarebbero insufficienti, un problema che Bankitalia aveva già sottolineato il 15 aprile.

(Reuters Italia)

 

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