QUALCHE MOTIVO PER SPIEGARE L’INTERESSE DEGLI STRANIERI PER LE BANCHE ITALIANE

E’ notizia di qualche giorno fa che il potente fondo americano Blackrock ha acquisito il 5,7% del Monte dei Paschi di Siena dalla Fondazione Mps. Blackrock è anche il primo azionista in Unicredit ed il secondo in Intesa Sanpaolo. Si apprende che anche un altro fondo Usa, Vanguard, è entrato in circa l’1% del capitale di Rocca Salimbeni. E’ dunque tempo di shopping nel mercato bancario domestico,  avviato più seriamente alcuni anni fa da Bnp Paribas con l’acquisizione totalitaria di Bnl, già banca di diritto pubblico. Anche Cariparma è entrata a far parte di Credit Agricole, altro importante ente creditizio francese. Da ultimo, dopo i fondi sovrani libici ed arabi, sono soprattutto i fondi americani ad aver manifestato concreto interesse verso le banche italiane.

I motivi sono svariati, anche se, soprattutto negli ultimi tempi, andrebbero individuati nella scarsa solidità e capacità in genere del capitalismo italiano, oltre che nell’apertura del mercato dei capitali, peraltro imposta dalla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea. Ma c’è anche qualche altra valida spiegazione: le banche italiane sono mediamente più piccole rispetto a quelle di altri paesi europei, come per esempio Spagna, Regno Unito e Francia, e per ciò solo maggiormente contendibili ed appetibili; la maggior parte delle banche italiane sono interessate da ristrutturazioni che prevedono consistenti tagli nei costi del personale e delle strutture ed ipotesi di efficientamenti operativi, anche attraverso il potenziamento dell’internet banking, che secondo le intenzioni del management, dovrebbero condurre a breve ad un ritorno alla produzione di utili . Non ultimo, il sistema bancario italiano è tradizionalmente più solido e stabile patrimonialmente rispetto ad altri, anche grazie alla rivalutazione delle quote possedute in Banca d’Italia, che però non hanno impatto sul patrimonio del 2013, ma su quello del 2014. Nonostante il generale trattamento fiscale inoltre, sono state introdotte delle agevolazioni in termini di trattamento delle perdite su crediti. Infine, non va dimenticato il dl Poletti in tema di riforma del mercato del lavoro, in attesa di conversione in legge, che apre alla flessibilità. Ciò dovrebbe costituire un incentivo agli investimenti stranieri, anche in ambito bancario.

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